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Museo di Fisica F. Cicognini  Il Catalogo  L'Insegnamento della Fisica in Italia nella Seconda Meta' dell'Ottocento

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Le Antiche Collezioni del Liceo Classico di Prato

L'Insegnamento della Fisica in Italia nella Seconda Meta' dell'Ottocento


Il periodo di tempo compreso tra la seconda metà dell'Ottocento ed i primi decenni del Novecento è, almeno per quanto riguarda l'insegnamento scientifico in particolare quello della fisica, di interpretazione assai complessa ed in parte contraddittoria.
Le ricostruzioni fatte dalla storiografia dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento risentono per lo più del clima politico e dei condizionamenti legati all'unità nazionale. L'impressione, tuttavia, che si ricava dalla lettura dei lavori posteriori e specialmente degli studi di questi ultimi anni, è che dentro ai gabinetti scientifici degli istituti scolastici secondari veniva fatta una didattica accurata e responsabile e, in un numero sorprendentemente alto di essi, anche un'attività di ricerca di buon livello1.
L'arretratezza generale della fisica italiana verso la metà dell'Ottocento è un fatto indiscusso2. Nelle università siamo in presenza sia di metodi di insegnamento obsoleti3, sia di laboratori male equipaggiati e di finanziamenti insufficienti. Lo stato di disagio culturale è enorme, tuttavia l'impegno di uomini illuminati come Carlo Matteucci (1828-1884), Francesco Brioschi (1824-1897) e Quintino Sella (1828-1884) produsse tra il 1860 ed il 1880 molti risultati. Prima di tutto l'istituzione, in tutte le provincie italiane, di nuove scuole secondarie, in particolare di istituti tecnici, in secondo luogo, a partire dalla fine degli anni '60, l'assegnazione alle scuole di congrui finanziamenti per acquistare strumentazione didattica e riorganizzare i gabinetti scientifici. Ne beneficiarono principalmente i licei classici che all'epoca costituivano l'asse portante della scuola secondaria superiore. Gli insegnanti delle scuole secondarie dispongono in pochi anni di buoni laboratori in cui svolgono un'ottima didattica ed una ricerca decorosa ed attuale, rivolta specialmente al campo della fisica applicata. In questa loro attività sono sicuramente incoraggiati e favoriti dall'elevato valore delle retribuzioni. Inferiori di poco a quello dei professori universitari. Molti di coloro che raggiunsero una cattedra universitaria passarono attraverso l'insegnamento nei licei e negli istituti tecnici, ad esempio Villari, Roiti e Bartoli 4 insegnarono al liceo classico "Dante" e all'istituto tecnico "Galilei" di Firenze, Righi 5 insegnò all'istituto tecnico di Bologna prendendo il posto di Antonio Pacinotti 6 che aveva già insegnato all'istituto tecnico di Firenze e prima ancora al liceo "Cicognini" di Prato. Moltissimi altri che restarono nella scuola secondaria ebbero all'epoca prestigio altissimo nella comunità scinetifica nazionale, come ad esempio Carlo Marangoni7, che per 40 anni insegnò al liceo "Dante" di Firenze e Temistocle Calzecchi 8, professore all'isytituto tecnico dell'Aquila ed sl liceo di Fermo. In molte ricerche vie era sicuramente poca originalità ma in ogni caso esse contenevano una mole enorme di lavoro ed una diffusa capillarità di iniziative didattiche che contribuirono non poco a diffondere conoscenze scientifiche e tecniche. I programmi di insegnamento della fisica erano inoltre sempre aggiornati ed il metodo sperimentale, favorito anche dal clima positivistico dell'epoca, diventò verso la fine del secolo la soluzione pedagogica al problema della didattica della fisica.. Si comprende bene perciò che per i gabinetti di fisica di molte scuole il periodo di fine Ottocento rappresentò, anche se per pochi decenni, una stagione irripetibile di sviluppo e di utilizzazione.

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1. G. Dragoni, Aspetti del processo di crescita della conoscenza scientifica : la conquista della telegrafia senza fili sullo sfondo della fisica italiana nella seconda metà dell'Ottocento, in Atti dell'VIII Gongresso Nazionale di Storia della Fisica, Milano 1988, pp145-180.
2. Questa situazione rispecchia il più generale stato di arretratezza culturale dell'Italia al tempo della raggiunta unità nazionale. Le cifre sono le seguenti : nel 1861 su una popolazione di 26 milioni di abitanti, il 75% degli individui sopra i 6 anni erano analfabeti, alle scuole superiori erano iscritti 40.000 studenti, all'università ve ne erano 19.000.
3. Pietro Blaserna ( - ), professore di Fisica prima a Palermo e poi a Roma, così si esprime nel 1868 : "Noi diamo troppa importanza alle lezioni ed alla forma più o meno brillante, più o meno chiara, con cui vengono fatte...Il vero insegnamento comincia là dove la lezione finisce e deve farsi nel laboratorio, almeno per i buoni studenti che hanno il desiderio di addentrarsi nella scienza". (P. Blaserna, Stato attuale delle scienze fisiche in Italia e su alcune macchine di fisica, S. Bacon, Parigi, 1868).
4. Emilio Villari (1836-1904), fratello dello storico Pasquale, rimase al Liceo "Dante" per due anni (1865-1867), pasò quindi a Bologna ed infine all'Università di Napoli. Antonio Roiti (1843-1921) fu professore all'Istituto tecnico di Firenze dal 1872 al 1878, fu quindi chiamato a Palermo e dal 1880 ricoprì la cattedra di fisica nell'Istituto di Studi Superiori di Firenze. Adolfo Bartoli fu docente nell'istituto tecnico di Firenze, in seguito professore all'università di Catania ed infine in quella di Pavia, dove morì prematuramente nel 1896.
5. Augusto Righi (1850-1920) fu allievo di Pacinotti all'istituto tecnico di Bologna, nel 1873 prese il suo posto di insegnante di fisica nella stessa scuola, in seguito passò all'università di Bologna.
6. Antonio Pacinotti (1841-1912), pisano, inventore del celebre anello, fu assistente dell'astronomo Donati a Firenze, insegnò per alcuni mesi al liceo "Cicognini" di Prato, quindi nell'istituto tecnico di Firenze e, dal 1865 al 1873, in quello di Bologna.
7. Carlo Marangoni (1840- ?) iniziò, nel 1869 la sua attività didattica nel liceo "Dante" di Firenze e la continuò ininterrottamente fino al 1910. Organizzò il gabinetto di fisica del liceo e vi condusse un'intensa attività di ricerca scientifica e didattica.
8. Temistocle Calzecchi-Onesti (1853-1922), laureato a Pisa, insegnò dal 1879 all'istituto tecnico dell'Aquila e dal 1883 nel regio liceo di Fermo. Le sue ricerche sulla conduzione elettrica delle limature metalliche, da cui derivò il coherer di Marconi, furono eseguite nei laboratori di fisica di queste due scuole.



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