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Museo di Fisica F. Cicognini  Metereologia  Igrometro a capello con sostegno di ottone
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Metereologia

Igrometro a capello con sostegno di ottone

Costruttore: Galgano Gori, Firenze
Datazione: 1866
Dimensioni : Ø = 7 cm. , h = 33 cm.

In passato gli igrometri più diffusi erano quelli ad assorbimento, basati sulla proprietà che hanno molte sostanze organiche, in particolare i capelli, di variare di dimensione in funzione dell'umidità. L'igrometro a capello è costituito da un telaio metallico sul quale il capello, perfettamente sgrassato, è teso da un pesetto (igrometro di de Saussure) o da una molla (igrometro del Monier). Nel nostro caso il capello, fissato ad un'estremità, è avvolto su una piccola puleggia e quindi teso da un piccolo peso. Un indice solidale con la puleggia può ruotare sopra un cerchio graduato in ottone. Le variazioni di lunghezza del capello, dovute all'umidità, vengono così tradotte in rotazioni dell'indice. Tutto il dispositivo è sorretto da due colonnine di ottone che poggiano su una base circolare, pure essa di ottone. La vite in cima alle colonne consente di registrare l'apparecchio.

Saussurre, H.-B. de, Essay sur l'Hygromètrie, Neuchatel, 1783. Saussurre, Horace Bénédict de [1740-1799], fisico e naturalista svizzero, tra le altre cose inventò l'igrometro a capello e misurò l'altezza del Monte Bianco (1787) utilizzando due barometri di Le Duc. I suoi strumenti sono conservati nel Museo di Storia delle Scienze di Ginevra.
O. D. Chwolson [1911] tome III, fascicule 3, p. 812.

Nota: gli Igrometri

Una delle prime descrizioni di uno strumento capace di indicare le variazioni di umidità atmosferica è quella che compare nel volume De re aedificatoria di L. B. Alberti, scritto dal 1440 al 1450 e divulgato. Quasi contemporaneamente anche nel De staticis experimentis, scritto da Nicolò Cusano verso il 1450, compare una descrizione di un igrometro ad assorbimento simile a quello di Alberti. Si trattava di strumenti ad assorbimento del tipo a bilancia nei quali l'umidità assorbita da una sostanza vegetale (canapa) o animale (spugna) ne faceva variare il peso.
Molte sostanze che subivano per effetto dell'umidità una variazione di volume, di lunghezza o di altri parametri sono state impiegate per la realizzazioine di igrometri : corde di canapa (Santorio 1625), corde di budello animale (Molineaux 1685, Lambert 1769, Lana 1777, Bellani primi'800), legno di abete (Coniers 1675), capelli umani (Saussure 1783, Koppe fine '800, Moniers 1866), ossi animali (De Luc 1773).
Sono stati escogitati strumenti basati sulla misura della temperatura di una superficie raffreddata quando si condensa l'aria (punto di rugiada, igrometri a condensazione). Il primo di questi strumenti, di forma piuttosto rudimentale, risale a Torricelli. Igrometri a condensazione sono stati progettati da: Le Roy (1751), Belli (1831), Majocchi (1838), Regnault (1845), Daniell (1823), Alluard (1877), Chistoni (1882).
Un'altra categoria di igrometri è costituita dagli psicrometri, il primo dei quali è stato proposto da August nel 1825. Negli psicrometri viene dedotta l'umidità relativa misurando la differenza di temperatura tra quella ambiente e quella di un termometro il cui bulbo, ricoperto di sottile tela bagnata, viene raffreddato. Questi strumenti, che nel corso degli anni hanno subito dei perfezionamenti ad opera di Belli (1831) e successivamente dal suo successore G. Cantoni (1879), vengono impiegati ancora oggi negli osservatori meteorologici per misure precise di umidità.





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